Che cos’è?

Il prurito può essere definito come una fastidiosa sintomatologia soggettiva, di esclusiva pertinenza cutanea ad interessamento locale o generalizzato, che porta a grattarsi o a sfregarsi.

Anche se non caratteristico di una specifica malattia, assume importanza rilevante nell’anticipare una diagnosi di patologia dermatologica altrimenti ritardata o nel sospettare coinvolgimenti di altri organi e apparati (fegato, rene, intestino, sangue, etc.).

Può essere continuo o accessionale, diurno o notturno, lieve o feroce e comunque tale, se non curato, da portare nel tempo ad espressioni cutanee definite come lesioni da grattamento.

 

Qual’è la causa?

Molte sono le sostanze biochimiche naturalmente prodotte e chiamate in causa come responsabili del fenomeno ma è l’istamina prodotta dai mastociti del derma che universalmente si può ritenere come maggiore ma non unico indiziato.

Il prurito viaggia sugli stessi binari della conduzione nervosa dolorifica (cosiddette terminazioni libere del derma) e solo l’intensità dello stimolo fisico e/o chimico determina il tipo di percezione che risulta pruriginosa quando l’azione è debole,  dolorosa quando l’azione impressa nel medesimo punto è forte.

Si può ragionevolmente sostenere pertanto che il prurito sia un grado affievolito del sintomo dolore.

 

Dove e come si manifesta?

La sintomatologia pruriginosa può essere localizzata o generalizzata; nell’ambito della seconda bisogna poi distinguere il prurito per cause dermatologiche da quello per cause interne.

Il prurito localizzato può essere o no accompagnato da subito alle lesioni caratteristiche di specifiche malattie cutanee come nella dermatite allergica da contatto oppure può essere il sintomo di esordio di talune dermatosi che solo nel prosieguo del tempo arrivano ad arricchirsi di un quadro cutaneo caratteristico: è ciò che avviene nella pediculosi del capillizio che può sfuggire per indagine sommaria a carico di persona ritenuta pulita.

Il prurito diffuso da patologia dermatologica può riferirsi a dermatite atopica, orticaria, pemfigo e pemfigoide,  ectoparassitosi, xerosi (secchezza) cutanea senile, dermatite irritativa da contatto (come nel mancato risciacquo di detergenti).

Il prurito diffuso da cause interne non è accompagnato da lesioni cutanee caratteristiche, ove si eccettuino quelle da grattamento secondarie al prurito stesso, ma può essere espressione di grave patologia a carico del rene (insufficienza renale), fegato (cirrosi biliare, epatite virale), vie biliari (tumori), pancreas (tumori), tiroide (ipertiroidismo del m. di Basedow), intestino (carcinoide), sangue (linfomi, mieloma, HIV).  Per il tipo e la quantità  di  indagini emato-chimiche e strumentali richieste in queste circostanze la strategia diagnostica diventa ovviamente complessa ma assolutamente necessaria.

Caso a sé stante da non dimenticare è il prurito psicogeno da malattia psichiatrica che, riconosciuta, permette di  impostare un adeguato trattamento specialistico.

 

Come si cura?

I cardini generali di terapia vengono fissati dalle cause correttamente individuate: si va dai più semplici trattamenti antipediculosi e antiscabbia per specifici casi ad interventi chirurgici anche complessi per situazioni di prurito sostenute da specifici tumori. Per le forme di prurito  non rientranti in quelli sopra menzionati è indicato l’impiego dell’antistaminico e della fototerapia UVB banda stretta  311nm (nuova e promettente metodica che non prevede l’uso di farmaci).

PRIMA

DOPO

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Vero o falso?

E’ vero che il sole giova alla psoriasi?

Risposta: Sì; dove questo è presente per molti giorni all’anno,  meglio se con il riverbero dell’acqua come al Mar Morto, si hanno grandi miglioramenti ad eccezione delle forme molto estese ed eritrodermiche della psoriasi dove il sole è controindicato.