Che cosa sono?

Le verruche sono manifestazioni benigne della pelle con carattere di contagiosità.

L’agente responsabile è stato individuato nel papillomavirus umano meglio conosciuto con la sigla HPV.

La trasmissione avviene per contatto diretto (stretta di mano) o indiretto (uso promiscuo di asciugamani, guanti, ciabatte, rasoi) spesso in ambienti affollati come la piscina;  non è però da credere che il virus viva nell’acqua né che sappia nuotare (!)  ma che invece attraverso lo scambio di calzature a bordovasca avvenga il fatidico passaggio di residui epidermici potenzialmente  infetti.

 

Dove e come si manifestano?

Le espressioni cutanee della malattia sono variegate per il coinvolgimento di regioni corporee diversamente soggette ai microtraumi. Le verruche delle mani hanno perciò espressione esofitica con papule rilevate e dall’aspetto vagamente moriforme mentre quelle della regione plantare dei piedi sono caratterizzate da sviluppo endofitico con produzione di bottoni cornei intramurali così profondi da arrivare alla fascia tendineo-muscolare e tali da comprimere le strutture nervose con secondaria ingravescente sintomatologia dolorosa così da far assumere  antalgici erronei atteggiamenti posturali sino alla comparsa di una franca patologia ortopedica.

Le verruche del volto poi compaiono spesso in modo eruttivo in età giovanile e sono talvolta accompagnate da sintomatologia pruriginosa; si tratta di piccole papule poligonali di colorito roseo giallastro o bruno che possono  regredire spontaneamente. Gomiti e ginocchia, sebbene più raramente, sono altre sedi coinvolte.

Le verruche periungueali invece rivestono un particolare interesse perché in grado di determinare  distaccamenti della lamina e perché  spesso accompagnate da importante dolore: costituiscono un problema terapeutico.

 

Come si curano?

Le cure attualmente impiegate  comprendono sia farmaci per uso topico (prevalentemente esfolianti) che trattamenti di tipo fisico (crioterapia, diatermochirurgia, laserchirurgia, terapia fotodinamica). Mentre i primi sono contraddistinti da risultati assai modesti con frequenti recidive,  i secondi si propongono come la soluzione del problema.

La crioterapia è in grado di eliminare le varie lesioni anche se è gravata da un alto tasso di recidive, inoltre è dolorosa e richiede numerose sedute.

La Diatermochirurgia nella moderna versione computerizzata offre  una eccellente radicalità, si esegue in una sola seduta e non è gravata da recidive ma richiede anestesia locale.

La laserchirurgia con Laser CO2 presenta gli stessi vantaggi ma con esiti cicatriziali e tempi di riparazione tissutali decisamente inferiori.

La Terapia fotodinamica è invece una nuova metodica indolore caratterizzata dall’uso in poche sedute di luce rossa con applicazione preventiva di crema fotoattivante: i risultati sono eccellenti specie per l’assenza di cicatrici residue.

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